sabato 26 aprile 2014

La vostra voce diventa un gesto, il gesto emozione

Considerate la seguente frase.
I corsi di dizione, o almeno la maggior parte, sono fondati sulla convinzione che basti imparare un elenco di regole ed eccezioni per correggere i nativi difetti di pronuncia.
Quale è secondo voi la parola da mettere in risalto?
Rispondere significa prima di tutto compenetrare le intenzioni di chi scrive. Implica l’entrare in sintonia con l'autore, con la natura del messaggio, con l’effetto che si suppone voglia suscitare in chi legge.
Perché l’autore dice questo? Quale convinzione nutre? Che concetto vuol far passare?
L'enfasi su una particolare parola porta alla luce il sottotesto: una più o meno implicita posizione ideologica, o semplicemente psicologica, rispetto a ciò che si dice o si scrive.
Una stessa frase, letta con tono diverso, può assumere senso diverso.
Un’importante distinzione: il tono della voce appartiene al linguaggio analogico; le parole a quello digitale.
La parola digit in inglese significa numero, ossia un’entità discreta, diversa e distinguibile da un’altra. In tal senso l’alfabeto può dirsi una forma digitale di linguaggio: ci sono unità (le lettere) riconoscibili e distinguibili (sappiamo che la aè altra cosa rispetto alla z).
Il linguaggio non verbale (abbigliamento, gesti, espressioni del viso…) e paraverbale (ritmo, tono della voce, dizione, timbro...) non si prestano invece a una netta segmentazione: i loro confini sono piuttosto sfumati.
Spieghiamoci meglio. Sappiamo che la parola salutare inizia con la lettera s e termina con la lettera e. Riusciamo invece a definire quando inizia e finisce esattamente il gesto del saluto?
Allo stesso modo, tra una comunità di parlanti linguisticamente omogenea (noi italiani), non ci si può fraintendere sulla parola aspetta; è più facile tuttavia che ci si fraintenda sul correlato gesto della mano aperta (che se mal interpretato può di volta in volta indicare dammi cinque, in quantità di cinque, ciao, posso prendere la parola?, alt...). Tale è il linguaggio analogico contrapposto a quello digitale. Se quest’ultimo è fortemente codificato (il vocabolario ci dice che alla parolaaspettare corrisponde un preciso significato), quello analogico è debolmente codificato33 (i gesti possono dar luogo a equivoci nell’interpretazione dal momento che da contesto a contesto, da cultura a cultura, il loro senso può cambiare).
La sottolineatura analogica non è che un gesto fatto con la voce per suggerire a chi vi ascolta, attraverso particolari toni e pause, istruzioni per interpretare correttamente quanto dite.
Il tono della vostra voce può dire molto di più delle parole che pronunciate: è parte del livello metacomunicativo del linguaggio. Adesso, in concreto, scopriamo come.

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mercoledì 12 febbraio 2014

Scagliare sillabe, fare centro con la voce.



"Conferenza stampa.
Ciascun giornalista, secondo la stabilita turnazione, rivolge domande all'oratore. Tutto bene fin quando il microfono cessa di funzionare. Dalle ultime file, impietosa, si leva la classica esortazione: «Voce! Voce!».
Contesto esemplare in cui farsi sentire fa la differenza.
Si dice stentorea la voce proiettata nello spazio.
L’oratore con voce stentorea, detta anche portata, si fa ascoltare con tono poderoso e sicuro ma senza urlare: scaglia sillabe come fossero frecce. L’opposto consiste nel biascicare parole, emettere borbottii fievoli e indistinti, inesorabilmente ingoiati da brusii e comuni rumori d’ambiente.

Segmentate il flusso d’aria proveniente dai polmoni con ritmata regolarità; scolpite ciascuna singola sillaba, non rendete sbiaditi i finali di parola.
Gli esercizi di lettura che qui trovate con il tempo renderanno la vostra voce più tonica e decisa, la vostra articolazione più nitida e sonora."

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martedì 11 febbraio 2014

Articolare bene - parole che scorrono come perle tra le dita



Cosa fa bella una voce?
  • la precisione articolatoria - le tue vocali fanno capire da dove vieni? Il tuo accento regionale ti rende autorevole o solo simpatico?
  • il timbro - parli di torace o di testa? Quando ascolti la tua voce registrata ti piaci? Piaci agli altri?
  • tono e ritmo - sai variare la musicalità della parola per far capire all'altro chi davvero sei e cosa vuoi fargli fare/provare?

Riconoscete uno speaker professionista da come articola le sillabe.
Sgombriamo il campo da un fraintendimento: saper articolare non consiste nel leggere il più velocemente possibile senza incespicare (qualità senz’altro apprezzata se la comunicazione poi non ne soffre), significa anche e soprattutto precisione.
Si è precisi quando si producono i fonemi senza contaminazioni dialettali; quando si spezza la colonna d’aria che fluisce attraverso la trachea, in modo regolare, rendendo comprensibili le ultime sillabe, spesso flebili e sbiadite.
L’articolazione avviene grazie alla modificazione delle parti mobili dell’apparato articolatorio. Per esempio, per emettere la b o la p accostate le labbra, per generare la ch appoggiate il dorso della lingua sul palato. Quando pronunciate la parola notizia, la o deve essere chiusa arrotondando le labbra e sporgendole in avanti; la i, invece, deve essere ottenuta facendo combaciare le arcate dentarie e stirando le labbra orizzontalmente.
La questione è: in che modo arrotondare le labbra? Di quanto spingerle in avanti? Fino a che punto allungarle? La soluzione vi verrà dall'ascolto assiduo delle voci modello (i doppiatori): con tempo e pratica acquisirete la precisione desiderata.
Oltre ad allenarvi ad ascoltare, dovete anche vedere la parola in azione. Per ciascun fonema vocalico, adesso troverete una fotografia che vi guiderà nel regolare la corretta apertura delle labbra, la distanza delle arcate dentarie e tutta la mimica facciale coinvolta.
Potrete così monitorarvi davanti allo specchio e reimpostare in tempo reale le vostre posture articolatorie.
Non vi è richiesta la chirurgica precisione dei doppiatori o delle voci della pubblicità. Se usate la parola in altri ambiti, una lieve presenza dialettale nella voce non disturba; anzi, può aiutarvi a suonare spontanei e sinceri, distanziandovi dalla sin troppo ingessata perfezione degli attori.

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lunedì 10 febbraio 2014

Mi presento, sono Francesco. Ho aperto questo spazio per voi, per farvi essere belli non a parole ma con le parole. Parole parlate, per essere precisi. Non sono un mago, ma posso trasformare il vostro modo di leggere, parlare, toccare il cuore e la mente. Ascoltate qui.

https://soundcloud.com/voxappeal/francesco-ventura